Saluti del Dirigente Scolastico alla Comunità Scolastica ed alla Città di Cardano al Campo

Alla Comunità Scolastica dell’Istituto Comprensivo “Montessori” di Cardano al Campo

Alla Città di Cardano al Campo

.

Cardano al Campo (VA), lì 23/07/2022.

 

Ricordo ancora quell’aria di festa in quella settimana sul finire del mese di Agosto del 2019, appena arrivato a Cardano al Campo.  Uno striscione per strada recitava “Cuoricino in festa” e decisi di recarmi in quanto non solo incuriosito dalla festa in sé, ma anche dal fatto che ciò rappresentava una buona occasione per iniziare a conoscere il territorio.  Ero da solo in mezzo a tanta gente, ricordo un grande capannone che conteneva tavoli per la degustazione con una serie di numeri che li sovrastavano, un palco dove si stava apprestando a suonare il gruppo musicale parrocchiale, tante famiglie, bambini, ragazzi, giovani volontari che indossavano una maglietta blu (se non ricordo male il colore era quello) ed impegnati nell’accoglienza e nel servizio a tutti i convenuti. Per me era il modo migliore di conoscere la mia nuova città, cominciando proprio dalla degustazione di piatti tipici locali. Non esiste modalità migliore. Dopo aver individuato un numero di un tavolo libero, mi recai nel padiglione delle ordinazioni ed optai per la “polenta con luganega” e ovviamente una birretta, che non deve mai mancare in certe occasioni.  Benché a quel tavolo fossi solo, ero intento ad osservare e capire cosa stesse accadendo accanto a me. Al tavolo accanto c’era una famiglia: mamma, papà e due bambine intente a dividersi o meglio contendersi una porzione di patatine. Il mio pensiero si rivolse alle mie due figlie, alla mia famiglia che era a Lecce. Un magone cominciò a farsi sentire. Da qui cominciai con un primo sospiro che aprì la strada alla malinconia più devastante (la “malesciana” nel mio dialetto).  Avendo finito di mangiare, vidi avvicinarsi a me un ragazzo munito di un sacco di plastica, uno di quei volontari impegnati in varie funzioni. Si avvicinò per ritirare posate, piatto e bottiglia. Mi guardò in viso, diretto agli occhi, notò un po’ di malinconia (ero arrivato il giorno prima) e mi disse:

“Ciao, come stai? Cosa ci fai tutto solo qui?”.

Risposi: “Sono qui a Cardano al Campo per lavoro, sono arrivato ieri da Lecce”.

Riprese: “Io mi chiamo Stefano. Allora, dai, se sei da solo, ti va di darci una mano qui, che abbiamo tanto bisogno? Potresti servire ai tavoli, oppure ti occuperesti di ritirare le vettovaglie di plastica. Guarda, faccio una cosa, parlo col Don, ti procuriamo una maglietta e poi ci aiuti! Che ne dici? Ci stai?”

Guardai stupito quel ragazzo, Stefano, non aveva più di venti primavere, era ignaro di chi fossi, di quale compito ero stato chiamato a svolgere nella sua città. Non sapeva praticamente con chi stesse parlando (per carità, un Dirigente Scolastico è posa cosa, non è certo un’alta autorità). L’avrebbe scoperto dopo, tempo dopo. Ci ritrovammo in effetti e mi presentai come si deve. Divenne rosso in volto quando seppe. Ritornando alla sera del primo incontro,  quella semplicità, quell’accoglienza, quel modo di porsi, di parlarmi con modo rispettoso e deciso al tempo stesso, di immedesimarsi nel mio stato malinconico, mi sconvolse, mi aprì il cuore a tal punto da scacciare la malinconia che perversava in quel momento. Praticamente Stefano mi invitava a darmi da fare, per stare con lui e con tutti gli altri, per non stare da solo, per fare amicizia. Perché c’era comunque un gran da fare e questo mi avrebbe aiutato.  Avrei voluto indossare subito quella maglietta, ma non potevo.

Risposi: “Va bene, dai, certamente ci vedremo, ti ringrazio per il tuo suggerimento e per la tua offerta”.

Ma Stefano non mi mollava: “Ti aspetto domani sera, ok? Guarda che ci conto!!”.

Ci congedammo e la sera seguente non ritornai. La maglietta rimase lì, piegata da qualche parte, nell’attesa sicuramente di essere utilizzata.

Caro Stefano, scusami se ti sto nominando più volte, ma adesso, in questa mia lettera, mi rivolgo a te perché dialogare con te è come rivolgersi a tutta la Comunità scolastica del “Montessori”, ai bambini e ragazzi, ai genitori ed ai cittadini di Cardano al Campo. Perché non avrei potuto avere in quell’ultimo scorcio di Agosto del 2019 un’accoglienza migliore. Per me hai rappresentato le braccia aperte di una Città intera al suo Dirigente Scolastico, che nessuno, ancora, conosceva, né sapeva chi fosse. Qualcuno sapeva che veniva da lontano, come si usa dire. Per questo motivo, ora, saluto tutti i cardanesi attraverso te, che sei la prima persona di Cardano che mi ha parlato, accolto, servito. Non è facile scrivere queste righe. Sono emozionato. Sai, sono stati tre anni difficili. Ma una cosa devo dirtela: quella maglietta nel corso di questi tre anni l’ho sempre indossata. Non si vedeva, nessuno poteva scorgerla, non si può vedere ciò che c’è nel cuore. Era lì, Stefano, cingeva, infatti, il cuore. Una maglietta che ho cercato di indossare con onore, con i miei successi insieme agli immancabili errori. Nelle difficoltà (ne ho avute tante) ho sempre trovato rifugio pensando alla maglietta che mi avresti dato e che di fatto ho indossato in altro modo. Un indumento che rappresentava il mio servizio alla Comunità scolastica di Cardano al Campo. E sai cosa ti dico? Che quella maglietta la porto ancora con me, fa parte integrante di me, sarà per sempre mia, la indosserò sempre, ovunque andrò, perché me l’hai data tu, me l’ha consegnata un’intera città, che ho imparato nel bene e nel male a rispettare e ad amare. Sono trascorsi tre anni ma non è sbiadita, il colore blu è ancora vivo, acceso. Si può ancora utilizzare per servire, accogliere, capire, comprendere, dialogare, cercare soluzioni, avere cura di chi ha più bisogno, ma soprattutto…per amare. Quella maglietta mi ha reso un uomo diverso, mi ha aiutato a crescere, a capire i miei limiti, mi ha reso una persona migliore rispetto a quel Giuseppe del 2019. E tutto questo, Stefano, grazie a te. Grazie, allora, per tutte le volte che non mi hai lasciato solo, che mi hai pensato, consolato, che mi hai incitato ad andare avanti, offerto un caffè, augurato Buon Natale, per tutte quelle volte che per strada mi hai stretto la mano, ringraziato, sorriso. Grazie per i dolcetti che mi hai portato in ufficio, per le torte, per il cesto del primo Natale insieme. Grazie anche per tutte quelle volte che mi hai criticato, per le email dal tono  prepotente che mi hai inviato, per gli atteggiamenti pretenziosi a cui ho assistito, per le offese gratuite ricevute. Grazie per tutte quelle volte in cui non abbiamo avuto la stessa idea e me lo hai detto educatamente, per le volte in cui sei venuto a trovarmi e a parlarmi, per le volte in cui abbiamo litigato e poi “abbiamo fatto pace” come dicono i bambini. Grazie per esserci stato, per avermi permesso di interpretare il mio lavoro come poi ho fatto, grazie per avermi arricchito la vita. Io ti auguro un buon futuro. Niente potrà cancellare tutto questo bene intorno a noi. Grazie.

Un grande abbraccio ed un grande saluto.

 

 

Giuseppe Reho

Dirigente Scolastico dell’Istituto Comprensivo Statale “M. Montessori”

di Cardano al Campo (VA)